Una visita al National Park di Nairobi ci sta.

Se non altro una giornata di svago, poche ore per alleviare la tensione a cui ogni giorno siamo sottoposti.

Malattia, morte, solitudine, abbandono.

Un momento per godersi anche le bellezze di questo Paese, i suoi animali e gli orizzonti infiniti della sua savana.

Perché il Kenya è anche molto bello. I suoi grandi spazi, i colori accesi, la gente felice con niente.

Davanti agli occhi nessuno ostacolo, ci addentriamo con la macchina e una guida locale su una strada sterrata e la fine sembra non arrivare mai.

C’è silenzio, senso di pace, completo abbandono.

E poi ci sono loro, gli abitanti del posto. Gazzelle, antilopi, giraffe, bufali, uccelli di ogni specie, leoni.

Guardo questi animali e i loro gesti primordiali. Sono gesti fatti di silenzi. Sono gesti di protezione, di sopravvivenza, sono gesti materni e dolci nei loro ambienti naturali.

Ma non dimentichiamoci il nostro progetto, il Rafiki center.

I lavori procedono a lenti ritmi africani, ma procedono.

Abbiamo deciso di iniziare dalla costruzione della sala per la fisioterapia così da renderla agibile il prima possibile.

Sarà attrezzata e aperta a tutti i bambini con problemi di disabilità, dove potranno venire per essere sottoposti ai diversi trattamenti.

Il mio compito sarà quello di girare di famiglia in famiglia alla ricerca di bambini disabili che hanno bisogno di cure, presentare loro il progetto e convincerli a venire.

Poi proseguiremo mattone su mattone con le altre stanze.

Abbiamo anche un disegno, un progetto abbozzato da una nostra volontaria Ramona Dallavalle, dove potete vedere come sarà il risultato finale.

Più o meno. Perché tante cose cambieranno ancora, qui è quasi impossibile fare progetti e portarli a termine, un imprevisto, una modifica bisogna sempre farla.

Qui sono molto creativi con poche risorse, costruiscono su misura, rattoppano, trovano soluzioni alternative che difficilmente durano per sempre.

E così si ricomincia da capo ogni volta.

Ma, in fin dei conti, cosa dura veramente per sempre?

 

Paola Pedrini

24/11/2013

 

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